mercoledì 22 giugno 2011

Fine Corso [Istruzioni + Saluti]



In questo ultimissimo post voglio darvi qualche dritta per riuscire a destreggiarvi in questo blog, semmai ne aveste bisogno. Innanzitutto come potete notare questo non è un blog come tutti gli altri, che sono invece incentrati su un particolare argomento, bensì questo vuole essere una sorta di travel book che faccia da supporto a me in primis, ma anche a tutti coloro che hanno seguito, seguono o seguiranno il corso del prof. Vittorio Marchis. Passiamo ora a cose più concrete. La parte centrale è costituita dal cuore del blog ovvero i post (7 per pagina), ricchissimi di immagini, video e collegamenti interni e non al blog stesso. Inoltre a supporto sulla destra  potete trovare innanzitutto una serie di link utili, ovvero quei siti web che sono stati più clickati durante il corso. Dopo un motore di ricerca per cercare nel blog potete trovare le numerose etichette che vi rimanderanno ai post correlati. Infine un piccolo extra: ho inserito nello stesso blog diverse pagine correlate alla parola chiave del corso, la TECNOLOGIA. Attorno a questa parola ho creato un dizionario linguistico, un abbecedario, un'iconografia ed una time line. Ovviamente nulla di paragonabile con i bellissimi blog degli altri ragazzi del corso, però mi sembrava una simpatica aggiunta. Faccio notare che non ho fatto la mappa concettuale, ma solo perché non ho fatto il blog su un concetto per "professione", quindi non avrei mai avuto abbastanza argomenti da collegare.
Vi ricordo inoltre che l'esame di Storia della Tecnologia sarà suddiviso in due parti scritte, una formata da 12 domande a risposta multipla, e l'altra formata da un'unica domanda aperta. Avrà una durata totale di 45 minuti.
Detto questo direi che siamo giunti all'epilogo. Mi preme quindi augurare un grande in bocca al lupo a chi, come me, svolgerà l'esame domani, ma anche a tutti coloro che lo svolgeranno in seguito.
E speriamo che Murphy abbia torto... almeno questa volta!

giovedì 16 giugno 2011

Lezione 16/06/2011

Parole Chiave:
-Ponte
-Arco
-Calcestruzzo
-Vento
"Rampa Interna del Lingotto, Torino"
Riprendiamo il discorso esattamante da dove l'avevamo interrotto, ovvero parlando di ponti. L'evoluzione di queste costruzioni è stata lenta ma costante. I ponti erano conosciuti ed utilizzati già dagli antichi romani, ma con il tempo hanno cambiato notevolmente la loro funzione. Essi infatti li utilizzavano per trasportare l'acqua: stiamo parlando ovviamente dei famosi acquedotti romani, di cui il già citato Pont du Gard ne è un perfetto esempio. Questi ponti, utili per superare valli o torrenti mantenendo sempre in piano lo scorrere dell'acqua, erano dapprima formati da diversi piccoli archi, per trasformarsi poi, intorno al Cinquecento medioevale, in ponti appoggiati su due sole spallette con l'arco costruito grazie ad una centina a tutto sesto.
Possiamo quindi prendere sotto esame i ponti di una città ricca di storia quale è Roma. Notiamo così che i ponti evolvono con il passare degli anni e che a parità di freccia riescono ad avere una luce sempre maggiore. Pensiamo ad esempio al Ponte Risorgimento, costruito per l'Esposizione dell'11 e fatto di calcestruzzo armato, così da poter resistere alla componente di trazione della flessione. Ma facciamo un passo alla volta.
"Ponte Elio (Sant'Angelo), Roma"
Prima di tutto: cos'è il calcestruzzo? Dire che è una sorta di cemento è riduttivo, poiché esso ne è solo uno dei componenti. Il calcestruzzo è infatti un accurato miscuglio di cemento, acqua, sabbia ed inerti di diversa dimensione. Puntualizziamo però che l'idea di aggiungere del metallo per migliorare le scarse proprietà di alcuni materiali era già stata pensata nel Settecento. Negli ultimi anni dell'Ottocento François Hennebique brevettò l'omonimo sistema, che raccoglieva le idee fondamentali del suo autore, e sul quale egli costruì un vero e proprio impero imprenditoriale. Il grande successo del calcestruzzo venne decretato anche dal fatto che venne pubblicizzato come materiale anti-incendio.
"The Britannia Bridge"
In seguito la creazione di funi metalliche intrecciate permisero la costruzione di ponti come quello ferroviario sullo stretto del Menai, il Britannia Bridge con una luce estremamente ampia tra le spalle ed una freccia molto alta, così da poter far passare l'albero delle navi senza problemi.
In Francia sotto il regno del Re Sole Luigi XIV si decise che Parigi sarebbe dovuta essere facilmente raggiungibile da tutta la Francia. Così si creò una rete fittissima di strade e ponti che convogliavano nella capitale. Fu inoltre creata una scuola per formare gli ingegneri e renderli capaci di costruire ponti sempre migliori. I risultati furono ottimi, come dimostrano i numerosi ponti parigini sulla Senna.
"Luigi XIV, Re Sole"
Più avanti, anche in modo doloroso, si capì l'importanza di includere l'imprevista azione orizzontale del vento nei calcoli strutturali, essendo l'aria il carico maggiore che una struttura deve sopportare. Bisogna infatti considerare il tutto non solo dal punto di vista statico, ma anche dinamico. Ogni corpo ha infatti la propria frequenza di risonanza. Se un corpo entra in risonanza non può succedere nulla di buono (in basso lo strabiliante video del Tacoma Bridge, guardare per credere!). Proprio per questo motivo quando passano sui ponti i militari rompono il passo di marcia.
Vi lascio inoltre il video della puntata de "I SIMPSON", Marge Contro La Monorotaia, stagione 4 episodio 10, in cui si fa vedere in modo molto comico, come al solito, cosa può succedere se non si usano dei materiali adatti nella costruzione di qualcosa di delicato come ponti o treni.

Collasso del Tacoma Narrows Bridge

mercoledì 15 giugno 2011

Lezione 15/06/2011

Parole Chiave:
-Storia
-Scienza
-Tecnica
-Rischio
-Automobile
-Strade
-Ponti
"FIAT 500, Simbolo del Miracolo Economico Italiano"
Oggi abbiamo prima di tutto esaminato la storia che ci siamo lasciati alle spalle, notando che non si può raccontare una scienza umanistica tramite un algoritmo o come un teorema. Abbiamo inoltre notato che la storia è sempre stata strettamente legata alla tecnica. Basti pensare alle leggi, basate su uno strumento tecnico, appunto, come la scrittura. Esse sono state create per portare giustizia, più o meno discutibile, nella società ed il principio che ne sta alla base è proprio che la legge è uguale per tutti, a prescindere dai legami di parentela e/o affettivi.
"Intricato Schema della Storia della Fantascienza"
Ribadendo poi la differenza tra scienza e tecnica (la scienza fa dei modelli, quindi rappresentazioni, mentre la tecnica fa dei progetti, quindi veri e propri progetti), abbiamo portato alla luce che ogni tecnico ha la necessità di prendere delle decisioni, che quindi comporta dei rischi. Infatti è proprio compito della tecnica valutarli per prendere poi la decisione considerata migliore. In lingua latina infatti la nostra parola rischio si traduce in tre modi differenti: alea (=dado, componente casuale del rischio), periculum (=pericolo, ogni rischio comporta un pericolo), discrimer (=scelta, il rischio ci pone sempre dinnanzi ad un bivio).
Abbiamo poi approfondito le tappe principali nella formazione dei politecnici, in particolare del Politecnico di Torino:
1859 - con la legge Casati nascono le Scuole di Applicazione per Ingegneri;
1861 - con l'Unità d'Italia le Scuole di Applicazione per Ingegneri si estendono a tutto il regno;
1862 - all'Expo di Londra viene presentato il Museo Industriale;
1865 - il Museo Industriale è attivo, anche in Italia;
1906 - la Scuola di Applicazione per Ingegneri ed il Museo Industriale Italiano si uniscono, formando il Politecnico di Torino.
"Ponte del Garabit"
Facciamo ora un salto, per parlare della storia dei trasporti. Ai loro albori i mezzi su gomma erano dei mezzi costosissimi riservati a pochi privilegiati. Le cose iniziarono a cambiare durante la Prima Guerra Mondiale, in cui i soldati dovettero guidare dei mezzi per il trasporto di armi, democratizzando così il mondo automobilistico. Le cose in Italia migliorarono ancora dopo la nascita delle strade asfaltate e della prima autostrada, durante il fascismo, e lo scoppio della FIAT, in contrasto con il declino della Lancia e dell'Alfa Romeo, che fabbricavano nostalgicamente automobili per classi sociali più abbienti. L'automobile divenne così un mezzo di trasporto di massa.
"Particolare Costruttivo del Ponte del Garabit"
Abbiamo poi trattato l'argomento ponti, sotto un nuovo punto di vista, con le nuove tecnologie nate nell'Ottocento. Pochi sanno che Gustave Eiffel, prima ancora di diventare famoso come creatore della torre parigina, era conosciuto come grande architetto di ponti. La sua grande impresa è il ponte del Garabit, creato con una struttura d'acciaio chiodato, formato da massicce travi composte per formare triangoli, in modo tale da rendere indeformabile la struttura, facendola rimanere isostatica, nonostante l'azione dei carichi verticali e del vento. In seguito anche gli inglesi dissero la loro, costruendo il primo ponte tubolare (da qui il nome "Tubolar Bridge") per il trasporto ferroviario.

giovedì 9 giugno 2011

Lezione 09/06/2011

Parole Chiave:
-Istituzioni
-Galileo Ferraris
-Elettricità
-Infrastruttura
-Metallurgia
"Galileo Ferraris"
Vediamo ora cosa succede nell'Ottocento in ambito tecnologico. Innanzitutto nascono due nuovi tipi di istituzioni: una basata sulla creazione della conoscenza, l'altra sull'accrescimento della conoscenza. Per la prima è il caso di Galileo Ferraris, illustre capostipite di quell'istituzione. I suoi studi si basarono principalmente sulle varie forme di energia, tanto che la sua tesi di laurea si basava su un sistema di funi per il trasferimento di energia meccanica dalla fonte. Ben presto però si rende conto che il futuro si basa sull'elettricità. Così passò gran parte del suo tempo a studiare i trasformatori a corrente alternata. Sviluppò inoltre il primo motore ad induzione, che funzionava a bassa tensione, chiudendo così il "cerchio" di utilizzo elettrico.
"Disegno Stramazzi di un Fiume"(Prof. V.Marchis)
Egli visse, studiò e lavorò a Torino, città in cui nacquero anche diversi laboratori scientifici. Uno di questi era il Laboratorio di Esperienze Idrauliche, che effettuava misure idriche, vista l'importanza dell'acqua dei fiumi in Piemonte. Diversi laboratori, tra cui quello idrico, furono poi spostati al Castello del Valentino, riunendo così conoscenze diverse in un'unica struttura. Qui verranno poi mostrate alcune scoperte tecnologiche, proprio grazie alle esposizioni.
"Motore a Induzione di Ferraris"
La nuova infrastruttura che si andò a sviluppare nell'Ottocento fu proprio l'elettricità, non solo grazie a Galileo Ferraris, ma anche per merito di grandi nomi come Thomas Alva Edison e Nikola Tesla. L'altra importante infrastruttura, come abbiamo detto, è la rete ferroviaria, la quale ridusse notevolmente le distanze tra i diversi paesi.
La ferrovia riuscì a svilupparsi grazie all'abbondanza di carbone e materiali metallici come ferro e ghisa. In seguito si scoprirono diverse tecniche per l'impoverimento della ghisa, per ottenere così l'acciacio. Inoltre metalli prima considerati preziosi, come l'alluminio, diventarono di uso comune, poiché vennero utilizzati nell'industria.
"L'Evoluzione della Bicicletta"
Questo grande miglioramento nella metallurgia dimostra che nell'Ottocento ci fu una grande attenzione per la scienza dei materiali. Nacquero poi gli pneumatici, che portarono allo sviluppo della bicicletta, il primo vero mezzo di trasporto di massa.

Scene Tratte da "Acciaio", Walter Ruttmann (1933)

mercoledì 8 giugno 2011

Lezione 08/06/2011

Parole Chiave:
-Armi
-Esposizioni
-Italia
-Scuole Tecniche
-Tecnico
"Il Crystal Palace, sede della
Great Exhibition nel 1851"
Riguardo alla rivoluzione industriale abbiamo detto che tutto cominciò con una protoindustria, quindi con l'utilizzo di prototipi (concept in inglese). Ne sono un perfetto esempio gli arsenali che ne facevano ampio uso. Tra questi possiamo ricordare l'arsenale di Torino o quello di Venezia, tanto per citarne qualcuno.
Nell'ambito militare italiano dell'Ottocento dobbiamo ricordare il Commendator D'Embser, il quale nel 1731, sotto incarico commissionatogli dal re, scrisse la prima raccolta di informazioni su ogni bene appartenente all'artiglieria, per catalogarli. La sua opera è divisa in due parti: la prima è un "Dizzionario Istitutivo di tutte le Robbe appartenenti all'Artiglieria", mentre la seconda parte è una raccolta di "Digegni d'ogni sorta". Nel complesso abbiamo in mano un'opera ricca di disegni, istruzioni e descrizioni riguardanti gli arnesi bellici. Questo fu un ulteriore grande passo avanti "dal mondo del pressapoco all'universo della precisione".
"Torre Eiffel, torre radio costruita
per l'Esposizione Universale del 1889"
Durante il periodo del dominio napoleonico (1805) in Italia e a Torino si importa dalla Francia l'idea delle esposizioni, degli eventi di portata nazionale utili affinché le persone siano invogliate a nuovi tipi di consumo. In Italia queste esposizioni si tenevano a Torino nel Castello del Valentino, che diventò poi la sede di architettura del Politecnico di Torino. Questa "profanazione" di un ambiente nobiliare per un'industrializzazione aperta al pubblico fu irreversibile.
"L'Angelo della Scienza con alle
spalle il Castello del Valentino"
Quello delle esposizioni è un fenomeno che non colpì solo i paesi dominati dalla Francia, tanto che nel 1851 a Londra si tenne la prima esposizione internazionale (o universale), nel Crystal Palace di Hyde Park: la "Great Exhibition of the Works of Industry of all Nations".
Alla base della società industriale, ieri come oggi, ci sono le scuole tecniche, nate in ambito militare. Infatti con il sopraggiungere della rivoluzione industriale si era capito che l'apprendistato non era più sufficiente per la formazione personale. Nasce così la figura del tecnico. Così nascono anche i politecnici come gli conosciamo ora, tra cui proprio quello di Torino che diventa Politecnico nel 1906.
 L'Italia nel 1860 era ancora divisa, ma voleva diventare un paese moderno. Si arrivò così anche nel Bel Paese ad una rivoluzione industriale, contemplando ormai la scienza e la tecnologia piuttosto che l'artigianato.

mercoledì 1 giugno 2011

Lezione 01/06/2011

Parole Chiave:
-Infrastruttura
-Trasporti
-Ferrovia
-Telegrafo
"Locomotiva Rocket"
Oggi abbiamo trattato un nuovo aspetto della rivoluzione industriale, la quale ci fa traghettare dal Settecento all'Ottocento, ovvero la delocalizzazione della società industriale rispetto alla posizione della risorsa primaria, grazie alla creazione di vere e proprie città industriali. Questo sarebbe stato impossibile senza lo sviluppo delle infrastrutture, mezzo tecnologico che supporta il trasporto di risorse di ogni tipo.
Nell'antichità le prime infrastrutture sono le vie d'acqua, come i canali artificiali o i bacini, le quali furono presto seguite dalle strade. Dal trasporto di massa si passò al trasporto di energia, utilizzando prima l'acqua stessa come fonte di energia (vedi immagine), per arrivare poi al trasporto di elettricità.
"Disegno Canali Artificiali" (prof. V.Marchis)
Con lo sviluppo delle macchine a vapore (dette anche "a fuoco") nasce una nuova e importante infrastruttura: la rete ferroviaria.
In Italia, come al solito, la nuova tecnologia arriva con qualche anno di ritardo. Uno dei principali fautori della ferrovia italiana fu Pietro Paleocapa, il quale ebbe la grande idea di unire Torino a Genova.
"Telegrafo Ottico di Chappe"
Un'altra importante infrastruttura è quella che trasporta "informazione". La prima fu il telegrafo. Claude Chappe inventò il primo telegrafo ottico in cui, a differenza del sistema master-slave l'informazione viaggia in entrambi i sensi, anche a grandissime distanze. Il problema più grande infatti era proprio il "come" far viaggiare l'informazione.
Torniamo alle ferrovie. Anche se intorno all'anno 1860 l'Italia aveva una discreta rete ferroviaria, specialmente al nord, non era nemmeno lontanamente paragonabile con quella della Francia, per esempio, che già in quell'anno aveva una vastissima infrastruttura che si ramificava in tutta la nazione.
"Binari Ferroviari"
Appena una decina d'anni dopo (1871) venne realizzato il primo tunnel ferroviario che collega l'italia alla Francia: il traforo del Frejus, vicino a Bardonecchia. Questa grandiosa opera comportò un grande sviluppo della topografia. Fu inoltre utilizzata una nuova macchina, la perforatrice di Sommelier. Macchine come questa sono potute essere prodotte grazie a nuove scoperte tecnologiche; primo tra queste la scoperta del processo di vulcanizzazione del caucciù. Sommelier comprese inoltre che i treni avrebbero dovuto viaggiare in piano, o con un'inclinazione di massimo 1°, nonostante l'invenzione dei binari ad aderenza migliorata.
Oggi abbiamo inoltre visto un mini-documentario intitolato "Un Secolo In Movimento", diviso in due parti: "La Rivoluzione dei Trasporti" e "Macchine da Guerra". A questo proposito vi lascio il primo di questi due video. Godetevelo!

La Rivoluzione dei Trasporti - Parte 1

La Rivoluzione dei Trasporti - Parte 2

La Rivoluzione dei Trasporti - Parte 3

mercoledì 25 maggio 2011

Lezione 25/05/2011

Parole Chiave:
-Geografia
-Religione
-Innovazione
-Elettricità
-Brevetti
"Armi, Acciaio e Malattie - Jared Diamond"
La lezione di oggi è stata piuttosto "particolare". Abbiamo innanzitutto parlato di Jared Diamond e del suo libro "Armi, Acciaio e Malattie: Breve Storia del Mondo negli Ultimi Tredicimila Anni" che tratta i collegamenti tra geografia, biologia (quindi anche salute) e tecnologia. In altre opere trattò inoltre il controverso rapporto tra religione e tecnologie (basti pensare al collegamento tra la Bibbia e la stampa a cavallo tra il Quattrocento ed il Cinquecento). Le sue opere sono molto gradite al pubblico e alla critica, tanto che nel 1998 riceve il Premio Pulitzer per la saggistica, proprio per il primo saggio citato. Abbiamo poi fatto degli spoiler su personaggi come Galileo Ferraris e Camillo Olivetti, quindi elettricità e macchine da scrivere.
Poco fa dicevo che la lezione di oggi è stata "particolare". Lo è stata perché più che una vera e propria lezione è stato un bel discorso da seguire ad orecchio ("Una lezione piena di morale!" cit. V.Marchis), riguardante la tecnologia e l'innovazione.
Innovazione, appunto. Joseph Shumpeter parla molto di progresso, suddividendo lo sviluppo dell'innovazione in cinque principi, trattanti beni, metodi di produzione, mercati, fonti e riorganizzazione.
Dopodiché si è fatto un salto all'indietro sull'Encyclopèdie di Diderot e D'Alambert, analizzando con cura minuziosa uno schema figurato diviso in tre parti: memoria, ragione, immaginazione.
Per concludere abbiamo parlato dell'importanza dei brevetti (in inglese "patent") i quali permisero il diritto d'esclusiva. Così nacque l'ufficio dei brevetti che oltre a tutelare l'inventore e fare da garante diventa un vero e proprio deposito dell'innovazione (Google Patents). A questo proposito vi lascio un'immagine che mostra il numero di brevetti depositati dal 1630 al 1849.
"Brevetti (Storia delle Macchine - Vittorio Marchis"