mercoledì 20 aprile 2011

Lezione 20/04/2011

Parole Chiave:
-Memoria
-Teatro
-Acqua
"Vite Idraulica secondo Leonardo Da Vinci"
Oggi si è parlato prima di tutto delle nuove esigenze che si ebbero dopo l'invenzione della stampa. Uno dei più grandi problemi era che anche dopo l'invenzione della stampa se si voleva leggere un libro ci si sarebbe dovuti recare nel luogo in cui esso era conservato. A ciò si aggiunge il fatto che non tutti potevano avere accesso al libro, poiché esso poteva essere commentato nei marginali posti al lato.
Nacque inoltre la "necessità di ricordare". Un importante studioso dell'arte della memoria fu Giulio Camillo, che scrisse il libro "L'Idea del Theatro", pubblicato postumo nel 1550. Questo testo cambia l'idea di libro, facendolo assomigliare ad una enciclopedia, ad un'opera teatrale, da cui prende il nome il nuovo genere letterario. I teatri sono quindi rassegne fortemente illustrate che promuovono una particolare materia scientifica, utilizzando appunto la metafora del teatro. Essi dovevano possedere un senso di bellezza, dato che erano libri mirati ad un pubblico più alto e ricco. Non erano infatti dei manuali ma dei testi  che dovevano dimostrare il fascino di una scienza e la sua meritevolezza di finanziamenti. Così un artefatto della tecnologia come la stampa diventò uno strumento di conoscenza.
Nacquero teatri per ogni materia che diedero vita a nuovi generi letterari. Tra questi i "teatri di macchine", con cui gli ingegneri riescono a promuovere le proprie innovazioni. Colui che inaugurò questo genere fu Jacques Besson con il suo "Theatrum Instrumentorum et Machinarum". Il secondo è di un italiano, il capitano Agostino Ramelli, che tratta di macchine militari. Estremamente degno di attenzione il "Novo Teatro di Machine et Edificii" di Vittorio Zonca. Questo teatro fu scritto a Padova nel 1607, proprio negli anni in cui Galileo Galilei insegnava nella città emiliana pur prestando particolare attenzione all'Arsenale di Venezia. Quindi è particolarmente importante per diversi motivi tra cui: è scritta in italiano, anche se rivolto ad un pubblico colto presenta grandi novità tecnologiche (vite perpetua), nel disegno vengono contrassegnate tutte le parti della macchina, presenta una scala grafica e le figure non sono più in prospettiva ma in assonometria.
"Disegno della Vite di Archimede" (prof. V.Marchis)
Cambiamo registro e parliamo della scienza delle acque. Un primo grande contributo fu quello di Ctesibio che inventò la pompa a stantuffo. Già ai tempi di Roma si aveva una grande conoscenza dell'idraulica, basti pensare ai famosi acquedotti. Fondamentali le testimonianze lasciate da Leonardo da Vinci, grande osservatore, che disegnò il comportamento dell'acqua in particolari situazioni, come la piena di un fiume. Egli studia e disegna diverse macchine tra cui la vite di Archimede e i sistemi di chiuse, oltre ad utilizzare l'acqua in modi alternativi come dimostrano i suoi progetti di una sega idraulica e di una draga.
Dopo Galileo e la nascita del metodo scientifico anche l'idraulica stessa viene affrontata da un punto di vista scientifico. Un importante contributo lo si deve a Benedetto Castelli, che fece capire l'importanza della standardizzazione nelle tecniche.
Nonostante tutto il più importante passo verso l'idraulica moderna lo si deve ad uno studioso del Settecento, Bernard Forest de Bélidor con la sua opera "Architecture Hydraulique".
Alla prossima e buona Pasqua!! =)
"La Vite di Archimede"

Nessun commento:

Posta un commento