mercoledì 22 giugno 2011

Fine Corso [Istruzioni + Saluti]



In questo ultimissimo post voglio darvi qualche dritta per riuscire a destreggiarvi in questo blog, semmai ne aveste bisogno. Innanzitutto come potete notare questo non è un blog come tutti gli altri, che sono invece incentrati su un particolare argomento, bensì questo vuole essere una sorta di travel book che faccia da supporto a me in primis, ma anche a tutti coloro che hanno seguito, seguono o seguiranno il corso del prof. Vittorio Marchis. Passiamo ora a cose più concrete. La parte centrale è costituita dal cuore del blog ovvero i post (7 per pagina), ricchissimi di immagini, video e collegamenti interni e non al blog stesso. Inoltre a supporto sulla destra  potete trovare innanzitutto una serie di link utili, ovvero quei siti web che sono stati più clickati durante il corso. Dopo un motore di ricerca per cercare nel blog potete trovare le numerose etichette che vi rimanderanno ai post correlati. Infine un piccolo extra: ho inserito nello stesso blog diverse pagine correlate alla parola chiave del corso, la TECNOLOGIA. Attorno a questa parola ho creato un dizionario linguistico, un abbecedario, un'iconografia ed una time line. Ovviamente nulla di paragonabile con i bellissimi blog degli altri ragazzi del corso, però mi sembrava una simpatica aggiunta. Faccio notare che non ho fatto la mappa concettuale, ma solo perché non ho fatto il blog su un concetto per "professione", quindi non avrei mai avuto abbastanza argomenti da collegare.
Vi ricordo inoltre che l'esame di Storia della Tecnologia sarà suddiviso in due parti scritte, una formata da 12 domande a risposta multipla, e l'altra formata da un'unica domanda aperta. Avrà una durata totale di 45 minuti.
Detto questo direi che siamo giunti all'epilogo. Mi preme quindi augurare un grande in bocca al lupo a chi, come me, svolgerà l'esame domani, ma anche a tutti coloro che lo svolgeranno in seguito.
E speriamo che Murphy abbia torto... almeno questa volta!

giovedì 16 giugno 2011

Lezione 16/06/2011

Parole Chiave:
-Ponte
-Arco
-Calcestruzzo
-Vento
"Rampa Interna del Lingotto, Torino"
Riprendiamo il discorso esattamante da dove l'avevamo interrotto, ovvero parlando di ponti. L'evoluzione di queste costruzioni è stata lenta ma costante. I ponti erano conosciuti ed utilizzati già dagli antichi romani, ma con il tempo hanno cambiato notevolmente la loro funzione. Essi infatti li utilizzavano per trasportare l'acqua: stiamo parlando ovviamente dei famosi acquedotti romani, di cui il già citato Pont du Gard ne è un perfetto esempio. Questi ponti, utili per superare valli o torrenti mantenendo sempre in piano lo scorrere dell'acqua, erano dapprima formati da diversi piccoli archi, per trasformarsi poi, intorno al Cinquecento medioevale, in ponti appoggiati su due sole spallette con l'arco costruito grazie ad una centina a tutto sesto.
Possiamo quindi prendere sotto esame i ponti di una città ricca di storia quale è Roma. Notiamo così che i ponti evolvono con il passare degli anni e che a parità di freccia riescono ad avere una luce sempre maggiore. Pensiamo ad esempio al Ponte Risorgimento, costruito per l'Esposizione dell'11 e fatto di calcestruzzo armato, così da poter resistere alla componente di trazione della flessione. Ma facciamo un passo alla volta.
"Ponte Elio (Sant'Angelo), Roma"
Prima di tutto: cos'è il calcestruzzo? Dire che è una sorta di cemento è riduttivo, poiché esso ne è solo uno dei componenti. Il calcestruzzo è infatti un accurato miscuglio di cemento, acqua, sabbia ed inerti di diversa dimensione. Puntualizziamo però che l'idea di aggiungere del metallo per migliorare le scarse proprietà di alcuni materiali era già stata pensata nel Settecento. Negli ultimi anni dell'Ottocento François Hennebique brevettò l'omonimo sistema, che raccoglieva le idee fondamentali del suo autore, e sul quale egli costruì un vero e proprio impero imprenditoriale. Il grande successo del calcestruzzo venne decretato anche dal fatto che venne pubblicizzato come materiale anti-incendio.
"The Britannia Bridge"
In seguito la creazione di funi metalliche intrecciate permisero la costruzione di ponti come quello ferroviario sullo stretto del Menai, il Britannia Bridge con una luce estremamente ampia tra le spalle ed una freccia molto alta, così da poter far passare l'albero delle navi senza problemi.
In Francia sotto il regno del Re Sole Luigi XIV si decise che Parigi sarebbe dovuta essere facilmente raggiungibile da tutta la Francia. Così si creò una rete fittissima di strade e ponti che convogliavano nella capitale. Fu inoltre creata una scuola per formare gli ingegneri e renderli capaci di costruire ponti sempre migliori. I risultati furono ottimi, come dimostrano i numerosi ponti parigini sulla Senna.
"Luigi XIV, Re Sole"
Più avanti, anche in modo doloroso, si capì l'importanza di includere l'imprevista azione orizzontale del vento nei calcoli strutturali, essendo l'aria il carico maggiore che una struttura deve sopportare. Bisogna infatti considerare il tutto non solo dal punto di vista statico, ma anche dinamico. Ogni corpo ha infatti la propria frequenza di risonanza. Se un corpo entra in risonanza non può succedere nulla di buono (in basso lo strabiliante video del Tacoma Bridge, guardare per credere!). Proprio per questo motivo quando passano sui ponti i militari rompono il passo di marcia.
Vi lascio inoltre il video della puntata de "I SIMPSON", Marge Contro La Monorotaia, stagione 4 episodio 10, in cui si fa vedere in modo molto comico, come al solito, cosa può succedere se non si usano dei materiali adatti nella costruzione di qualcosa di delicato come ponti o treni.

Collasso del Tacoma Narrows Bridge

mercoledì 15 giugno 2011

Lezione 15/06/2011

Parole Chiave:
-Storia
-Scienza
-Tecnica
-Rischio
-Automobile
-Strade
-Ponti
"FIAT 500, Simbolo del Miracolo Economico Italiano"
Oggi abbiamo prima di tutto esaminato la storia che ci siamo lasciati alle spalle, notando che non si può raccontare una scienza umanistica tramite un algoritmo o come un teorema. Abbiamo inoltre notato che la storia è sempre stata strettamente legata alla tecnica. Basti pensare alle leggi, basate su uno strumento tecnico, appunto, come la scrittura. Esse sono state create per portare giustizia, più o meno discutibile, nella società ed il principio che ne sta alla base è proprio che la legge è uguale per tutti, a prescindere dai legami di parentela e/o affettivi.
"Intricato Schema della Storia della Fantascienza"
Ribadendo poi la differenza tra scienza e tecnica (la scienza fa dei modelli, quindi rappresentazioni, mentre la tecnica fa dei progetti, quindi veri e propri progetti), abbiamo portato alla luce che ogni tecnico ha la necessità di prendere delle decisioni, che quindi comporta dei rischi. Infatti è proprio compito della tecnica valutarli per prendere poi la decisione considerata migliore. In lingua latina infatti la nostra parola rischio si traduce in tre modi differenti: alea (=dado, componente casuale del rischio), periculum (=pericolo, ogni rischio comporta un pericolo), discrimer (=scelta, il rischio ci pone sempre dinnanzi ad un bivio).
Abbiamo poi approfondito le tappe principali nella formazione dei politecnici, in particolare del Politecnico di Torino:
1859 - con la legge Casati nascono le Scuole di Applicazione per Ingegneri;
1861 - con l'Unità d'Italia le Scuole di Applicazione per Ingegneri si estendono a tutto il regno;
1862 - all'Expo di Londra viene presentato il Museo Industriale;
1865 - il Museo Industriale è attivo, anche in Italia;
1906 - la Scuola di Applicazione per Ingegneri ed il Museo Industriale Italiano si uniscono, formando il Politecnico di Torino.
"Ponte del Garabit"
Facciamo ora un salto, per parlare della storia dei trasporti. Ai loro albori i mezzi su gomma erano dei mezzi costosissimi riservati a pochi privilegiati. Le cose iniziarono a cambiare durante la Prima Guerra Mondiale, in cui i soldati dovettero guidare dei mezzi per il trasporto di armi, democratizzando così il mondo automobilistico. Le cose in Italia migliorarono ancora dopo la nascita delle strade asfaltate e della prima autostrada, durante il fascismo, e lo scoppio della FIAT, in contrasto con il declino della Lancia e dell'Alfa Romeo, che fabbricavano nostalgicamente automobili per classi sociali più abbienti. L'automobile divenne così un mezzo di trasporto di massa.
"Particolare Costruttivo del Ponte del Garabit"
Abbiamo poi trattato l'argomento ponti, sotto un nuovo punto di vista, con le nuove tecnologie nate nell'Ottocento. Pochi sanno che Gustave Eiffel, prima ancora di diventare famoso come creatore della torre parigina, era conosciuto come grande architetto di ponti. La sua grande impresa è il ponte del Garabit, creato con una struttura d'acciaio chiodato, formato da massicce travi composte per formare triangoli, in modo tale da rendere indeformabile la struttura, facendola rimanere isostatica, nonostante l'azione dei carichi verticali e del vento. In seguito anche gli inglesi dissero la loro, costruendo il primo ponte tubolare (da qui il nome "Tubolar Bridge") per il trasporto ferroviario.

giovedì 9 giugno 2011

Lezione 09/06/2011

Parole Chiave:
-Istituzioni
-Galileo Ferraris
-Elettricità
-Infrastruttura
-Metallurgia
"Galileo Ferraris"
Vediamo ora cosa succede nell'Ottocento in ambito tecnologico. Innanzitutto nascono due nuovi tipi di istituzioni: una basata sulla creazione della conoscenza, l'altra sull'accrescimento della conoscenza. Per la prima è il caso di Galileo Ferraris, illustre capostipite di quell'istituzione. I suoi studi si basarono principalmente sulle varie forme di energia, tanto che la sua tesi di laurea si basava su un sistema di funi per il trasferimento di energia meccanica dalla fonte. Ben presto però si rende conto che il futuro si basa sull'elettricità. Così passò gran parte del suo tempo a studiare i trasformatori a corrente alternata. Sviluppò inoltre il primo motore ad induzione, che funzionava a bassa tensione, chiudendo così il "cerchio" di utilizzo elettrico.
"Disegno Stramazzi di un Fiume"(Prof. V.Marchis)
Egli visse, studiò e lavorò a Torino, città in cui nacquero anche diversi laboratori scientifici. Uno di questi era il Laboratorio di Esperienze Idrauliche, che effettuava misure idriche, vista l'importanza dell'acqua dei fiumi in Piemonte. Diversi laboratori, tra cui quello idrico, furono poi spostati al Castello del Valentino, riunendo così conoscenze diverse in un'unica struttura. Qui verranno poi mostrate alcune scoperte tecnologiche, proprio grazie alle esposizioni.
"Motore a Induzione di Ferraris"
La nuova infrastruttura che si andò a sviluppare nell'Ottocento fu proprio l'elettricità, non solo grazie a Galileo Ferraris, ma anche per merito di grandi nomi come Thomas Alva Edison e Nikola Tesla. L'altra importante infrastruttura, come abbiamo detto, è la rete ferroviaria, la quale ridusse notevolmente le distanze tra i diversi paesi.
La ferrovia riuscì a svilupparsi grazie all'abbondanza di carbone e materiali metallici come ferro e ghisa. In seguito si scoprirono diverse tecniche per l'impoverimento della ghisa, per ottenere così l'acciacio. Inoltre metalli prima considerati preziosi, come l'alluminio, diventarono di uso comune, poiché vennero utilizzati nell'industria.
"L'Evoluzione della Bicicletta"
Questo grande miglioramento nella metallurgia dimostra che nell'Ottocento ci fu una grande attenzione per la scienza dei materiali. Nacquero poi gli pneumatici, che portarono allo sviluppo della bicicletta, il primo vero mezzo di trasporto di massa.

Scene Tratte da "Acciaio", Walter Ruttmann (1933)

mercoledì 8 giugno 2011

Lezione 08/06/2011

Parole Chiave:
-Armi
-Esposizioni
-Italia
-Scuole Tecniche
-Tecnico
"Il Crystal Palace, sede della
Great Exhibition nel 1851"
Riguardo alla rivoluzione industriale abbiamo detto che tutto cominciò con una protoindustria, quindi con l'utilizzo di prototipi (concept in inglese). Ne sono un perfetto esempio gli arsenali che ne facevano ampio uso. Tra questi possiamo ricordare l'arsenale di Torino o quello di Venezia, tanto per citarne qualcuno.
Nell'ambito militare italiano dell'Ottocento dobbiamo ricordare il Commendator D'Embser, il quale nel 1731, sotto incarico commissionatogli dal re, scrisse la prima raccolta di informazioni su ogni bene appartenente all'artiglieria, per catalogarli. La sua opera è divisa in due parti: la prima è un "Dizzionario Istitutivo di tutte le Robbe appartenenti all'Artiglieria", mentre la seconda parte è una raccolta di "Digegni d'ogni sorta". Nel complesso abbiamo in mano un'opera ricca di disegni, istruzioni e descrizioni riguardanti gli arnesi bellici. Questo fu un ulteriore grande passo avanti "dal mondo del pressapoco all'universo della precisione".
"Torre Eiffel, torre radio costruita
per l'Esposizione Universale del 1889"
Durante il periodo del dominio napoleonico (1805) in Italia e a Torino si importa dalla Francia l'idea delle esposizioni, degli eventi di portata nazionale utili affinché le persone siano invogliate a nuovi tipi di consumo. In Italia queste esposizioni si tenevano a Torino nel Castello del Valentino, che diventò poi la sede di architettura del Politecnico di Torino. Questa "profanazione" di un ambiente nobiliare per un'industrializzazione aperta al pubblico fu irreversibile.
"L'Angelo della Scienza con alle
spalle il Castello del Valentino"
Quello delle esposizioni è un fenomeno che non colpì solo i paesi dominati dalla Francia, tanto che nel 1851 a Londra si tenne la prima esposizione internazionale (o universale), nel Crystal Palace di Hyde Park: la "Great Exhibition of the Works of Industry of all Nations".
Alla base della società industriale, ieri come oggi, ci sono le scuole tecniche, nate in ambito militare. Infatti con il sopraggiungere della rivoluzione industriale si era capito che l'apprendistato non era più sufficiente per la formazione personale. Nasce così la figura del tecnico. Così nascono anche i politecnici come gli conosciamo ora, tra cui proprio quello di Torino che diventa Politecnico nel 1906.
 L'Italia nel 1860 era ancora divisa, ma voleva diventare un paese moderno. Si arrivò così anche nel Bel Paese ad una rivoluzione industriale, contemplando ormai la scienza e la tecnologia piuttosto che l'artigianato.

mercoledì 1 giugno 2011

Lezione 01/06/2011

Parole Chiave:
-Infrastruttura
-Trasporti
-Ferrovia
-Telegrafo
"Locomotiva Rocket"
Oggi abbiamo trattato un nuovo aspetto della rivoluzione industriale, la quale ci fa traghettare dal Settecento all'Ottocento, ovvero la delocalizzazione della società industriale rispetto alla posizione della risorsa primaria, grazie alla creazione di vere e proprie città industriali. Questo sarebbe stato impossibile senza lo sviluppo delle infrastrutture, mezzo tecnologico che supporta il trasporto di risorse di ogni tipo.
Nell'antichità le prime infrastrutture sono le vie d'acqua, come i canali artificiali o i bacini, le quali furono presto seguite dalle strade. Dal trasporto di massa si passò al trasporto di energia, utilizzando prima l'acqua stessa come fonte di energia (vedi immagine), per arrivare poi al trasporto di elettricità.
"Disegno Canali Artificiali" (prof. V.Marchis)
Con lo sviluppo delle macchine a vapore (dette anche "a fuoco") nasce una nuova e importante infrastruttura: la rete ferroviaria.
In Italia, come al solito, la nuova tecnologia arriva con qualche anno di ritardo. Uno dei principali fautori della ferrovia italiana fu Pietro Paleocapa, il quale ebbe la grande idea di unire Torino a Genova.
"Telegrafo Ottico di Chappe"
Un'altra importante infrastruttura è quella che trasporta "informazione". La prima fu il telegrafo. Claude Chappe inventò il primo telegrafo ottico in cui, a differenza del sistema master-slave l'informazione viaggia in entrambi i sensi, anche a grandissime distanze. Il problema più grande infatti era proprio il "come" far viaggiare l'informazione.
Torniamo alle ferrovie. Anche se intorno all'anno 1860 l'Italia aveva una discreta rete ferroviaria, specialmente al nord, non era nemmeno lontanamente paragonabile con quella della Francia, per esempio, che già in quell'anno aveva una vastissima infrastruttura che si ramificava in tutta la nazione.
"Binari Ferroviari"
Appena una decina d'anni dopo (1871) venne realizzato il primo tunnel ferroviario che collega l'italia alla Francia: il traforo del Frejus, vicino a Bardonecchia. Questa grandiosa opera comportò un grande sviluppo della topografia. Fu inoltre utilizzata una nuova macchina, la perforatrice di Sommelier. Macchine come questa sono potute essere prodotte grazie a nuove scoperte tecnologiche; primo tra queste la scoperta del processo di vulcanizzazione del caucciù. Sommelier comprese inoltre che i treni avrebbero dovuto viaggiare in piano, o con un'inclinazione di massimo 1°, nonostante l'invenzione dei binari ad aderenza migliorata.
Oggi abbiamo inoltre visto un mini-documentario intitolato "Un Secolo In Movimento", diviso in due parti: "La Rivoluzione dei Trasporti" e "Macchine da Guerra". A questo proposito vi lascio il primo di questi due video. Godetevelo!

La Rivoluzione dei Trasporti - Parte 1

La Rivoluzione dei Trasporti - Parte 2

La Rivoluzione dei Trasporti - Parte 3

mercoledì 25 maggio 2011

Lezione 25/05/2011

Parole Chiave:
-Geografia
-Religione
-Innovazione
-Elettricità
-Brevetti
"Armi, Acciaio e Malattie - Jared Diamond"
La lezione di oggi è stata piuttosto "particolare". Abbiamo innanzitutto parlato di Jared Diamond e del suo libro "Armi, Acciaio e Malattie: Breve Storia del Mondo negli Ultimi Tredicimila Anni" che tratta i collegamenti tra geografia, biologia (quindi anche salute) e tecnologia. In altre opere trattò inoltre il controverso rapporto tra religione e tecnologie (basti pensare al collegamento tra la Bibbia e la stampa a cavallo tra il Quattrocento ed il Cinquecento). Le sue opere sono molto gradite al pubblico e alla critica, tanto che nel 1998 riceve il Premio Pulitzer per la saggistica, proprio per il primo saggio citato. Abbiamo poi fatto degli spoiler su personaggi come Galileo Ferraris e Camillo Olivetti, quindi elettricità e macchine da scrivere.
Poco fa dicevo che la lezione di oggi è stata "particolare". Lo è stata perché più che una vera e propria lezione è stato un bel discorso da seguire ad orecchio ("Una lezione piena di morale!" cit. V.Marchis), riguardante la tecnologia e l'innovazione.
Innovazione, appunto. Joseph Shumpeter parla molto di progresso, suddividendo lo sviluppo dell'innovazione in cinque principi, trattanti beni, metodi di produzione, mercati, fonti e riorganizzazione.
Dopodiché si è fatto un salto all'indietro sull'Encyclopèdie di Diderot e D'Alambert, analizzando con cura minuziosa uno schema figurato diviso in tre parti: memoria, ragione, immaginazione.
Per concludere abbiamo parlato dell'importanza dei brevetti (in inglese "patent") i quali permisero il diritto d'esclusiva. Così nacque l'ufficio dei brevetti che oltre a tutelare l'inventore e fare da garante diventa un vero e proprio deposito dell'innovazione (Google Patents). A questo proposito vi lascio un'immagine che mostra il numero di brevetti depositati dal 1630 al 1849.
"Brevetti (Storia delle Macchine - Vittorio Marchis"

giovedì 19 maggio 2011

Lezione 19/05/2011

Parole Chiave:
-Progresso
-Esplorazione
-Benessere
"Foglie di Green Tea"
La lezione odierna è stata occupata al 90% dalla visione di due video. Il primo parlava di alcune tra le più importanti personalità della rivoluzione industriale d'oltremanica. Tra questi Richard Arkwright, James Watt, Adam Smith e Joseph Marie Jacquard. Nel secondo invece si è parlato prima di materie prime, alcune d'importazione, oltre a parlare di altri importanti volti a cavallo tra Settecento e Ottocento, come Abraham Darby, John Wilkinson, William Smith, James Cook, J.Banks.
Questi video ci hanno insegnato che la rivoluzione industriale ha avuto molti ingredienti, molte cause scatenanti ed una marea di conseguenze, tra tra le quali possiamo includere che all'inizio del Settecento ci fu un incremento del benessere. Così ci fu un grande aumento demografico (tanto che in Inghilterra la popolazione passò da 6.000.000 a 15.000.000 in pochi anni), il che causò la necessità di svilupparsi ancor di più, provocando un ulteriore aumento del benessere, oltre che della vita media. La rivoluzione venne causata anche dalle grandi esplorazioni del XVIII secolo, provocate proprio dalla ricerca del benessere. Proprio in questo periodo furono importate tante materie prime dall'Asia e dall'Oceania, come il tea, la porcellana, il cotone e lo zucchero.

La Rivoluzione Industriale Inglese - Parte 1

La Rivoluzione Industriale Inglese - Parte 2

La Rivoluzione Industriale Inglese - Parte 3

mercoledì 18 maggio 2011

Lezione 18/05/2011

Parole Chiave:
-Imprenditore
-Cotone
-Moda
-Macchine Tessili
-Enciclopedia
"Germoglio di Cotone"
Abbiamo rimarcato, durante la scorsa lezione, il grande progresso subito dall'industria. La complessità raggiunta dalle fabbriche richiese sempre più la presenza di un imprenditore, qualcuno cioè che sapesse investire bene, dividendo ora il suo capitale al 50% tra materie prime e complesse macchine, forzando così la rivoluzione industriale.
Come abbiamo già detto la rivoluzione industriale scoppiò in Inghilterra, sospinta dalla fine di una possente guerra civile, dopo la quale si formò una nuova nobiltà, più giovane, alla quale ci si poteva accedere per meriti militari o scientifici.
La rivoluzione si scatena specialmente in ambito tessile. In questo periodo infatti venne importata dall'Egitto una nuova materia prima: il cotone. I vantaggi principali di questa fibra rispetto alla lana sono il basso prezzo, una fibra più fine e la facilità nella colorazione, mentre presenta lo svantaggio di una elevata difficoltà nella filatura. Nacque così l'esigenza di creare nuove macchine che riuscissero a filare una grande quantità di cotone. Grazie a queste scelte la società industriale inventò la moda, secondo cui un vestito non doveva più durare tanto come prima. Si iniziò quindi a guardare non solo alla produzione (calcolata in unità prodotte nell'unità di tempo), ma anche alla produttività (produzione sul numero di addetti).
Tutto ciò venne teorizzato da Adam Smith, filosofo ed economista scozzese del Settecento, che nel 1776 pubblicò la sua opera "Indagine sulla Natura e le Cause della Ricchezza delle Nazioni", in cui dice che la ricchezza sta nella capacità di produrre ricchezza, quindi alla capacità di innovare. Egli denota inoltre l'importanza del macchinismo e della formazione professionale per razionalizzare la produzione. Si è detto inoltre che il vero protagonista della rivoluzione industriale fu l'orologio, che cambiò per davvero lo stile di vita lavorativo. A questo proposito vi lascio a fondo pagina un video del famoso film "Modern Times" di Charlie Chaplin.
"Jacquard Loom"
Dopo uno zoom su diverse macchine tessili della rivoluzione industriale come l'arcolaio, la navetta volante (John Kay, 1733), lo spinning jenny (James Hargreaves, 1765), il water frame (Richard Arkwright, 1768), il mule jenny (Samuel Crompton, 1779) ed il telaio per nastri a disegno (1780), abbiamo trattato il jacquard loom (telaio jacquard), costruito da Joseph Marie Jacquard nel 1801. Egli riuscì ad automatizzare il telaio per nastri a disegno per mezzo di schede forate, causando così un enorme aumento di produttività. Il punto debole di questa macchina però stava proprio nelle schede forate che si usuravano molto facilmente. Daniel Defoe, famoso per "Robinson Crusoe", all'inizio della sua carriera era un giornalista e scrisse molto sull'industria e, in particolare, su quella tessile.
Nel Settecento scoppiò un fenomeno noto come illuminismo, durante il quale prese piede un nuovo genere letterario, l'enciclopedia, cioè una raccolta globale di informazioni che stanno alla base del sapere. Una delle più importanti è l'opera dell'inglese Ephraim Chambers, "Cyclopaedia" (1728), chiamata anche "An Universal Dictionary of Arts and Sciences". Questa è infatti la prima enciclopedia in ordine alfabetico. Come spesso è successo nella storia la Francia corse ai ripari con le opere di Diderot e D'Alambert, i quali scrissero un vero e proprio dizionario ragionato.

Charlie Chaplin - Modern Times (Tempi Moderni)

sabato 14 maggio 2011

Lezione 12/05/2011

Parole Chiave:
-Rivoluzione
-Industria
-Srandard
-Fabbrica
-Macchina
"Statua della Libertà a New York"
La lezione di oggi si è incentrata su uno degli argomenti più importanti del corso: la rivoluzione industriale. Innanzitutto abbiamo analizzato una tabella che trattava l'evoluzione della società e la tecnologia (creata proprio dal prof. Marchis e che io ho riportato come immagine a fondo pagina). Abbiamo parlato ad esempio dell'evoluzione del "luogo" in cui opera la tecnica. Questa nasce come bottega, si trasforma in fabbrica, diventando il network nei giorni nostri. Ben più significativo l'esempio delle unità di misura poichè rispecchiano la variazione delle esigenze nel corso del tempo: dalla massa, alla potenza, all'informazione, che oramai è diventata la merce di scambio più preziosa, il fulcro del mercato (Kg-->W-->Bytes).
La rivoluzione industriale vera e propria iniziò in Inghilterra ed ebbe subito conseguenze "sconvolgenti", tra le quali possiamo citare il sostanziale cambiamento dei materiali utilizzati nelle fabbriche, le quali diventarono il centro indiscusso dell'industria. Si passò infatti dal legno al metallo, anche se questo cambiamento non fu indolore.
In seguito questa rivoluzione si estese anche alla Francia. Inutile dire che anche questo paese ne fu travolto, basti pensare alla bellissima Statua della Libertà, donata agli USA dalla Francia e situata a New York, la cui struttura interna è stata progettata da Gustave Eiffel ed il cui rivestimento è stato creato con l'innovativa tecnica della galvanoplastica.
In questo periodo, o immediatamente dopo, sono state create una marea di nuove tecniche e invenzioni, tra cui il treno, l'elettricità ed il telegrafo. Al riguardo ne fa un'attenta analisi socio-economica e tecnologica Karl Marx nella sua opera "Il Capitale - Libro I", esattamente nel capitolo 13, dal titolo "Macchine e grande industria".
Nella società industriale ci furono dei cambiamenti sostanziali: poichè l'uomo diventa protesi della macchina(cit. J. Ortega y Gasset), a differenza di ciò che succedeva nella società artigianale. Inoltre al nascere dell'industria nacque anche lo sfruttamento minorile, come succedeva nelle miniere, per esempio. Al riguardo Emile Zola, scrittore naturalista francese, scrive diverse opere, tra cui il famosissimo "Germinal" (1885).
La rivoluzione industriale cambia anche il modo di produrre. Per la rima volta infatti si producono macchine per fare altre macchine. Si è andati inoltre verso un'importantissima standardizzazione, di cui possiamo vedere le conseguenze ancora oggi.
"L'evoluzione della Società e la Tecnologia"(prof. V.Marchis)

mercoledì 11 maggio 2011

Lezione 11/05/2011

Parole Chiave:
-Seta
-Commercio
"Bozzoli del Baco da Seta"
 La lezione di oggi si è accentrata sulla seta, argomento particolarmente importante nella storia dal punto di vista tecnologico e commerciale. La seta che noi tutti conosciamo si ricava dai bozzoli formati dal baco da seta quando compie la sua metamorfosi in farfalla. Ognuno di questi bozzoli è formato da un filo unico, ciascuno dei quali può arrivare alla lunghezza di 1100m.
Come ben sappiamo con la seta si fanno dei bellissimi (e costosi) tessuti, ma perchè ciò sia possibile bisogna torcere più fili tra loro, poichè il singolo filo sarebbe troppo fragile per resistere all'usura, poi intrecciare più fili torti tra loro affinchè stiano insieme per attrito, formando così il tessuto. Fino all'anno 1000 circa la seta si filava a mano attorno ad un fuso, con una tecnica simile a quella usata per la filatura della lana. A partire dall'XI secolo invece fu usata una nuova macchina, chiamata arcolaio, in cui il fuso viene sostituito da un rocchetto. Questa macchina è particolarmente importante poichè rappresenta la prima applicazione pratica del sistema biella-manovella (a differenza del meccanismo manovella-biella, gia noto dall'antichità).
"L'Arcolaio"
La seta è sempre stata al centro dell'interesse della società, basti pensare che al tempo dei Romani i beni di riferimento erano tre: l'oro, l'argento e la seta, appunto. Sembra quindi ovvio che già da migliaia di anni orsono si siano cercate le migliori tecniche per ottenere la seta, ma si sono presentati diversi problemi a cui l'ingegno ha dovuto porre rimedio. Il primo ostacolo che è stato incontrato, dopo essere riusciti a reperire le materie prime, è stato quello di "srotolare" il bozzolo lasciando integro il sottile filo di seta. Inoltre si sarebbe dovuto srotolare prima che l'insetto al suo interno lo danneggiasse. Per questo in Cina ed in Giappone furono create numerose tecniche, come la trattura della seta (sulla quale allego un video a fondo pagina), che però furono note in Europa solo dopo i viaggi di Marco Polo. Era inoltre molto complicato torcere la seta, per cui venne inventata una macchina, il torcitoio, descritto anche da Vittorio Zonca nel suo "Teatro di Macchine".
Comunque l'industria della seta non spiccò immediatamente il volo, poichè furono necessari secoli di esperienze (spesso fallimentari) alle spalle, e numerose conoscienze gelosamente costudite sotto segreto industriale dai lavoratori del setificio. Anche l'Italia ebbe un ruolo centrale nello sviluppo dell'industria della seta, tanto che il Piemonte nel Settecento, economicamente parlando, era leader europeo nel settore.

La Trattura della Seta: Tecnica Moderna

Video Bellissimo

Qualche giorno fa, mentre guardavo una puntata de "IL SENSO della VITA" ho sentito un bellissimo racconto che ci fa capire come noi tutti dipendiamo dalla tecnologia, a partire dalle cose più basilari. Thomas Thwaites ci racconta infatti come è riuscito a costruire un semplice tostapane. Fantastico!! Vi lascio il link del video QUI, in italiano dal sito ufficiale, ma per sicurezza vi lascio anche un altro video alla fine del post (solo per chi mastica un po' l'inglese).
Fa inoltre molto piacere il suo riferimento a Georgius Agricola ed al suo De Re Metallica, trattato a lezione.

Thomas Thwaites: How I Built a Toaster

giovedì 5 maggio 2011

Lezione 05/05/2011

Parole Chiave:
-Acqua
-Fuoco
-Pressione
-Vapore
"Macchina a Vapore di James Watt"
Dopo la prima ora di lezione, che abbiamo passato ad esporre un catalogo di suggerimenti e precisazioni riguardanti il blog, abbiamo iniziato a trattare l'argomento delle tecnologie dell'aria e del fuoco.
Un'importante (e sconvolgente) scoperta fatta da Galileo & Co. riguarda l'aria. Si scoprì infatti che l'aria ha un peso. Otto von Guericke fece l'esperimento della "bolla": prese una sfera divisa in due da cui tolse l'aria tramite una pompa, creando il vuoto all'interno della sfera. Notò che le due parti della sfera si erano incollate, a causa della forte differenza di pressione, e fu per lui impossibile dividerla, anche con la trazione di sei cavalli.
Denis Papin invece inventa la pentola a pressione e trae diverse conclusioni sulla correlazione tra fuoco, acqua, vapore e pressione.
"Funzionamento della Pompa a Fuoco" (prof. V.Marchis)
Thomas Savery va oltre ed inventa una sorta di macchina a vapore azionata a mano (chiamata anche "pompa a fuoco"), che venne poi ripresa, e sotto diversi aspetti migliorata da Thomas Newcomen, la cui macchina era automatica, cioè non aveva bisogno dell'ausilio dell'uomo poichè riusciva ad autosostenersi.
Il terzo importante passo fu quello di James Watt che riuscì, tramite un sistema biella-manovella e un volano, a far produrre un moto rotatorio dalla macchina.

mercoledì 4 maggio 2011

Lezione 04/05/2011

Parole Chiave:
-Nuova Scienza
-Metalli
-Fisica
-Isaac Newton
"Isaac Newton"
Torniamo al discorso "stampa". Abbiamo detto nelle scorse lezioni che Gutenberg riusci nell'impresa a metà del Quattrocento grazie ad un grande progresso della scienza tecnologica, passando sempre più dal mondo del pressapoco all'universo della precisione.
Uno dei progressi fondamentali fu quello nel campo della metallurgia. L'arte dei metalli ha inizio all'alba del Cinquecento, venendo formalizzati con una sorta di "ricettari" che ricordano quelli dell'alchimia. Ne è un esempio la tabula affinitatum che presenta le varie interazioni tra diverse sostanze. I primi "ricettari", che erano tedeschi, si chiamavano Bergbuchlein.
A metà del Cinquecento iniziano a comparire i primi trattati di metallurgia, ben diversi dai teatri che erano testi rivolti ai potenti. Importante il De Re Metallica di Georg Bauer (in arte Georgius Agricola), trattato molto completo che diventò un vero e proprio libro di testo per le scuole di metallurgia.
A partire dalla seconda metà del Cinquecento inizia ad operare Galileo Galilei. Egli comincia studiando medicina, poi si sposta di città in città per studiare ed insegnare, prestando poi attenzione agli studi ingegneristici, a partire dalla resistenza dei corpi. A quei tempi si diceva che la società si fondava su tre pilastri fondamentali: la nobiltà, il clero e l'esercito. Francesco Bacone disse per primo che si dovrebbe aggiungere una quarta classe fondamentale: quella degli scienziati. Galileo fu inoltre il primo a scoprire (o meglio a capire) la non linearità dei risultati fisici. Basti pensare che il volume varia con la terza potenza della lunghezza, mentre la superficie con la seconda. Egli stesso fece il famoso esempio dell'osso per far comprendere che non tutto segue le leggi della proporzione. Così nacque la nuova scienza: la fisica.
"Galileo Galilei"
Se parliamo di fisica classica però non possiamo non parlare del suo maggiore esponente: Sir Isaac Newton (1642-1727), un uomo che dedicò la propria vita agli studi. Infatti è a lui che si devono tutte le attuali tecnologie basate sulla meccanica classica (e non quella quantistica di Einstein). Egli, stimolato dalla sua storica nemesi Robert Hook, ebbe la brillante idea di osservare il sistema solare per trarre delle conclusioni fisiche sulla gravità e la forza. Newton, anche se con molta riluttanza, nel 1687 pubblica il Principia Mathematica, forse il trattato più importante di sempre, in cui ci regala i tre principi fondamentali su cui ancora oggi si basa la fisica classica. Nonostante il grande successo (fu addirittura eletto baronetto dalla Regina Anna) egli conservò sempre la sua modestia. Disse infatti, probabilmente riferendosi a Keplero e Galileo, che "Se ho visto più lontano, è perchè stavo sulle spalle dei Giganti.".
Su di lui a lezione abbiamo visto un bellissimo video-documentario che ne mostrava la biografia completa, i cui link sono qui in basso.

Isaac Newton - Parte 1

Isaac Newton - Parte 2

Isaac Newton - Parte 3

Isaac Newton - Parte 4

Isaac Newton - Parte 5

giovedì 28 aprile 2011

Lezione 28/04/2011 (Assenza del prof. V.Marchis)

Parola Chiave:
-Gotico
"Gargoyle su Notre-Dame de Paris"
Oggi, nonostante l'assenza del nostro professore, non siamo rimasti con le mani in mano. Abbiamo infatti guardato un interessante video-documentario riguardante il gotico: uno studio sulla costruzione delle cattedrali componente per componente, passo per passo, di dettaglio in dettaglio, con approfondimenti riguardanti l'importanza che hanno avuto per la società (come l'elevazione della figura femminile), le ragioni che hanno spinto alla loro costruzione e diffusione, le conseguenze che hanno portato, gli importanti progressi tecnologici, ma non trascurando il lato artistico, sia all'esterno che all'interno, o a particolarità come la loro musicalità. Da far notare che è stata data particolare attenzione a quella cattedrale che può essere considerata la più bella di tutte: Notre-Dame de Paris.
Senza dilungarmi oltre voglio sottolineare che è stato interessante e soddisfacente osservare i numerosi cenni e riferimenti ad argomenti trattati a lezione come l'abate Suger, il crollo della cattedrale di Beauvais e l'arco rampante.
"Interno di Notre-Dame de Paris"

mercoledì 20 aprile 2011

Lezione 20/04/2011

Parole Chiave:
-Memoria
-Teatro
-Acqua
"Vite Idraulica secondo Leonardo Da Vinci"
Oggi si è parlato prima di tutto delle nuove esigenze che si ebbero dopo l'invenzione della stampa. Uno dei più grandi problemi era che anche dopo l'invenzione della stampa se si voleva leggere un libro ci si sarebbe dovuti recare nel luogo in cui esso era conservato. A ciò si aggiunge il fatto che non tutti potevano avere accesso al libro, poiché esso poteva essere commentato nei marginali posti al lato.
Nacque inoltre la "necessità di ricordare". Un importante studioso dell'arte della memoria fu Giulio Camillo, che scrisse il libro "L'Idea del Theatro", pubblicato postumo nel 1550. Questo testo cambia l'idea di libro, facendolo assomigliare ad una enciclopedia, ad un'opera teatrale, da cui prende il nome il nuovo genere letterario. I teatri sono quindi rassegne fortemente illustrate che promuovono una particolare materia scientifica, utilizzando appunto la metafora del teatro. Essi dovevano possedere un senso di bellezza, dato che erano libri mirati ad un pubblico più alto e ricco. Non erano infatti dei manuali ma dei testi  che dovevano dimostrare il fascino di una scienza e la sua meritevolezza di finanziamenti. Così un artefatto della tecnologia come la stampa diventò uno strumento di conoscenza.
Nacquero teatri per ogni materia che diedero vita a nuovi generi letterari. Tra questi i "teatri di macchine", con cui gli ingegneri riescono a promuovere le proprie innovazioni. Colui che inaugurò questo genere fu Jacques Besson con il suo "Theatrum Instrumentorum et Machinarum". Il secondo è di un italiano, il capitano Agostino Ramelli, che tratta di macchine militari. Estremamente degno di attenzione il "Novo Teatro di Machine et Edificii" di Vittorio Zonca. Questo teatro fu scritto a Padova nel 1607, proprio negli anni in cui Galileo Galilei insegnava nella città emiliana pur prestando particolare attenzione all'Arsenale di Venezia. Quindi è particolarmente importante per diversi motivi tra cui: è scritta in italiano, anche se rivolto ad un pubblico colto presenta grandi novità tecnologiche (vite perpetua), nel disegno vengono contrassegnate tutte le parti della macchina, presenta una scala grafica e le figure non sono più in prospettiva ma in assonometria.
"Disegno della Vite di Archimede" (prof. V.Marchis)
Cambiamo registro e parliamo della scienza delle acque. Un primo grande contributo fu quello di Ctesibio che inventò la pompa a stantuffo. Già ai tempi di Roma si aveva una grande conoscenza dell'idraulica, basti pensare ai famosi acquedotti. Fondamentali le testimonianze lasciate da Leonardo da Vinci, grande osservatore, che disegnò il comportamento dell'acqua in particolari situazioni, come la piena di un fiume. Egli studia e disegna diverse macchine tra cui la vite di Archimede e i sistemi di chiuse, oltre ad utilizzare l'acqua in modi alternativi come dimostrano i suoi progetti di una sega idraulica e di una draga.
Dopo Galileo e la nascita del metodo scientifico anche l'idraulica stessa viene affrontata da un punto di vista scientifico. Un importante contributo lo si deve a Benedetto Castelli, che fece capire l'importanza della standardizzazione nelle tecniche.
Nonostante tutto il più importante passo verso l'idraulica moderna lo si deve ad uno studioso del Settecento, Bernard Forest de Bélidor con la sua opera "Architecture Hydraulique".
Alla prossima e buona Pasqua!! =)
"La Vite di Archimede"

giovedì 14 aprile 2011

Lezione 14/04/2011

Parole Chiave:
-Ingegneria
-Leonardo Da Vinci
-Natura
-Stampa
"Leonardo Da Vinci"
Ricominciamo... Siamo nel Quattrocento. Le due date equivalentemente fondamentali di questo periodo sono due: 1453 (caduta del Sacro Romano Impero d'Oriente) e 1492 (scoperta dell'America da parte di Cristoforo Colombo). Queste due date si equivalgono perché causarono più o meno in concomitanza il decentramento del potere da Roma verso altri Paesi. Ma ciò portò anche al diffondersi di nuove culture come quelle arabe, e le rispettive conoscenze. Basti pensare alla tecnologia delle macchine di Erone di Alessandria (poi studiate da al-Jazari, che ne estrapolò i meccanismi e le trasformò da giocattoli a macchine reali e funzionali). Ciò portò quindi ad enormi cambiamenti. Quando si parla si questo periodo si pensa infatti alla fine del Medioevo ed all'inizio dell'Evo Moderno. In questo periodo nacquero infatti molti ottimi ingegneri, tra cui:
-Francesco Di Giorgio (Urbino)
-Roberto Valturio (Rimini)
-Mariano Di Iacopo, detto "il Taccola" (Siena).
"La Gioconda"
Come probabilmente avrete notato tra questi non ho citato il più grande di tutti i tempi: Leonardo Da Vinci. Giusto però sottolineare che Leonardo, nonostante il suo genio, inventò solo una parte delle macchine che disegnò, ma egli ebbe maggior successo dei suoi predecessori perché, essendo artista oltre che ingegnere, aveva una grande padronanza della penna, dando così un grande appeal estetico ai suoi meravigliosi disegni. Ovviamente questo spiega solo una piccola parte della gloria di Leonardo, poiché grande riconoscenza gliela si deve per le macchine da lui progettate, quasi futuristiche dato che non si era mai visto nulla di simile prima, che hanno fatto scoprire al mondo un nuovo modo di pensare. Peccato che molte delle sue macchine, la maggior parte belliche, non siano mai state realizzate, poiché a quel tempo non si avevano né i materiali né le tecnologie adatte per costruire i suoi ingegni. 
"L'uomo vitruviano"
Notare che Leonardo Da Vinci fu contemporaneo di Albrecht Durer. Entrambi ingegneri, entrambi artisti, entrami disegnarono la natura da un punto di vista scientifico, che vissero nell'alba della stampa a caratteri mobili. Ecco il punto: la stampa. La stampa a caratteri mobili fu creata infatti tra il 1443 ed il 1450 da Gutenberg, che riuscì nel suo intento solo grazie ad una sempre più raffinata cultura chimica e dei metalli, che portò ad una rinnovata precisione della meccanica. La differenza tra Durer e Da Vinci fu proprio che mentre il primo sposò tutte le nuove tecnologie, come appunto la stampa, il secondo non ne adotta nessuna, tanto che non abbiamo neanche uno stampato di Leonardo. Fu così, grazie a questa scelta, che si creò il mito di Leonardo, l'ultimo degli scienziati medioevali.
Detto questo vi lascio ad una galleria di immagini delle più belle creazioni di Leonardo Da Vinci, insieme a cinque video di una puntata del programma "Doing Da Vinci", puntata in cui riproducono una delle più famose (e terribili) macchine di Leonardo: il carro armato.


"Le Ali"

"L'Elicottero"

"Il Carro Armato"

"La Mitragliatrice"


"Il Carro Armato" - PARTE 1

"Il Carro Armato" - PARTE 2

"Il Carro Armato" - PARTE 3

"Il Carro Armato" - PARTE 4

"Il Carro Armato" - PARTE 5